Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la navigazione e raccogliere dati sull'utilizzo del sito.

Django Unchained (2013)


Quentin Tarantino presenta:

di Filippo Toma

Ora io di solito evito di fare recensioni di film così popolari, perchè a parte strappare qualche visita al sito non si dice gran che di veramente utile.
Inoltre questo film è quello che ha incassato di più tra quelli di Tarantino, quindi sono sicuro che vi siete tutti andati a guardare la pagina di wikipedia (l'ha fatto perfino il nostro presidente, noto disabile informatico).

Tutti avevano paura riguardo che questo film potesse ufficialmente essere l'inizio del declino verso l'autoreferenzialità del regista...perchè quel momento in cui perdi il talento e lo rincorri per sempre prima o poi arriva, come ben spiegato in questa scena di Trainspotting.

La regola è: nonostante la crisi almeno Tarantino e Snyder me li vado a vedere al cinema in quei giorni feriali ad ingresso ridotto, almeno finchè non fanno una cagata. Fortunatamente il nostro inviato da Torino ce ne aveva parlato male e quindi le nostre aspettative si sono abbassate una volta seduti davanti allo schermo.

All'inizio la mia sociopatia mi ha portato a dissociarmi da tutti gli spettatori che ridacchiavano con faciloneria, che si scantavano quando riconoscevano qualche cammeo, poi mi è venuto da ridere a una scena e mi sono sentito doppiamente in colpa.

Nel secondo tempo avevo introdotto di nascosto un paio di bottiglie di Dreher in sala aprendole con l'accendino, sincronizzandomi con gli spari nel film per non fare figure di merda. Intanto la gente era tutta contenta, mi pare che il pubblico consideri ormai teneramente Tarantino come un cugino bizzarro che gira cortometraggi sempre più caciaroni, farseschi e divertenti, ormai la violenza perde di realismo con gli spruzzoni di sangue purpurei.

Ovviamente bravissimi Di Caprio e Waltz, che nel ruolo del colonnello Landa aveva già vinto Oscar e Golden Globe, e che per questo ruolo il Globe l'ha vinto di nuovo. Inoltre...si... il vecchio era Samuel L Jackson e non uno che gli somigliava (cosa di cui era convinto il nostro Vice-Presidente) e la tipa con l'ascia e la faccia coperta dal fazzoletto era Zoe Bell (questo era meno ovvio da capire).

Alla fine tutti felici, in sala la gente parte con gli applausi e l'evidente soddisfazione per la scelta popolare della sigla di Lo chiamavano Trinità, invece di qualche pezzo magari più ricercato.

La scelta musicale non è ai livelli di perfetta armonia suono-immagine dei precedenti, ma anche stavolta si è portato a casa la pagnotta e vedremo cosa combina col prossimo: Killer Crow.

Non vi posto il link in streaming, semmai vi segnalo il primo corto di Tarantino, presente su youtube con sottotitoli in italiano:My Best friend Birthday


Partner tecnici

Top