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Intervista a Francesco Pasanisi

Intervista a Francesco Pasanisi, regista del corto "Benvenuti a Fuocofatuo"

1) Brevi cenni biografici

Mi chiamo Francesco Pasanisi, nato a Mesagne il 29 giugno di 27 anni fa. Per cause di forza maggiore che non sto qui a spiegare, invece di fare come gli altri bambini e cioè giocare a pallone o fare zingarate che impiegassero molta attività fisica, uscivo poco, ma quel poco uscire si è trasformato in un molto leggere, ascoltare musica e vedere film. Da lì ho sviluppato, anche grazie a mia madre che mi faceva ascoltare i Genesis e mi lasciava vedere film d’autore, una propensione per arte, musica e spettacolo.

2) Quando e come hai cominciato?

Da piccolo insieme a mia sorella organizzavo piccole serate di cabaret in casa in cui creavamo personaggi nuovi e ne imitavamo quelli famosi. Anche a scuola facevo sempre spettacolo e, non lo dico per vantarmi m è pura cronaca, ero l’unico bambino a parlare di Phil Collins e Tiziano Sclavi.. Col passare degli anni ho iniziato a scrivere racconti horror e a girare filmini amatoriali in casa con una vecchia telecamera. Tutti vertevano sul grottesco-macabro. Ora ho più mezzi, meno impulsività ma il politicamente scorretto rimane nei miei lavori. Il primo film, girato con una telecamera analogica di mio zio, altro ispiratore personale verso arte e cinematografia, prendeva il titolo dal film di Roger Corman “La piccola Bottega Degli Orrori”. Lo girammo in una sera, la trama era risibile, i mezzi ancora peggio, ma ci siamo divertiti. Otto minuti circa di homemade-movie (termine appena coniato da me per indicare un film estremamente casereccio). Gli altri film amatoriali sono circa una quindicina, non vi parlerò di tutti, ma passerei subito al periodo del “fatale” incontro con gli altri due registi e amici Edoardo Trevisani e Piergiorgio De Micheli. Con loro, sempre divertendoci, abbiamo dato vita ad “Howard Hawks Club”, un gangster-pulp-comico movie che ha i propri difettucci ma è nettamente superiore, come tecnica e storia, ai filmini di cui sopra.

3) Parchè hai scelto di dedicarti al cinema?

Ho sempre avuto un occhio di riguardo per tutto ciò che è visivo, dai pupazzetti ai fumetti passando per pittura, scultura e cinema. Indubbiamente, ad esempio, musica e letteratura sono ottimi coadiuvanti dell’immaginazione, visto che a differenza delle arti visive non “ti sbattono in faccia” un concetto in maniera così esplicita, ma ho scelto il visivo, cinema nel mio caso, perché lo ritengo un canale di facile ed immediata comprensione nell’esprimere un pensiero o un concetto, ed è anche divertente realizzarlo. Scrittura e musica sono preziosi collaboratori del filmaking, almeno come lo intendo io.

4) Quali sono state le influenze?

Più che influenze parlerei di preferenze. Non credo sia molto “professionale”, soprattutto nella mia posizione, citare come mentori Kubrick, Tarantino, Carpenter o Romero. Posso dirvi, però, che da loro e da altri ho imparato qualcosa che poi ho fatto mia.

5) Genere preferito/perchè:

Ho scandagliato tutti i generi cinematografici. I primi film che ho visto, rispettivamente uno a sei e l’altro a nove anni, sono stati Batman di Tim Burton e Nightmare di Wes Craven e si può dire che le mie influenze sono dipese più che altro dai generi che dagli autori. Con questo tipo di “formazione” prediligo senza dubbio i generi horror e fumettaro, ma quando al loro interno c’è violenza aggiunta ad umorismo nero è ancora meglio. Il mondo ha mille cose che non vanno, meglio riderci e scherzarci su. Basta con i drammoni cinematografici su gente gravemente malata che sta per morire. Quelli sì che fanno paura, altro che Hellraiser.

6) Segni distintivi del tuo modo di lavorare/riprendere

Come direbbe Renè Ferretti, protagonista della serie Boris, noi facciamo un pò le cose “a cazzo di cane”. Abbiamo certamente un metodo per girare, spieghiamo le scene agli attori (ma in questo Piergiorgio è molto più bravo di me), le luci sono giuste, però non significa che pianifichiamo giorni prima ed in maniera ferrea una giornata di riprese. È tutto al momento. A volte sacrifichiamo anche parti di sceneggiatura a seconda delle esigente nostre e degli attori che, essendo volontari e amici, non è giusto pretendere da loro orari o giorni impossibili per le proprie esigenze. Non nascondo che il montaggio digitale aiuta moltissimo il nostro lavoro, specie se ci sono problemi un giorno X su un set Y.

7) Tutti possono realizzare un corto oppure bisogna seguire un particolare corso?

A mio avviso è indiscutibile l’importanza di alcuni corsi di regia, montaggio e sceneggiatura, sennò non li farebbero nemmeno. La mia esperienza, però, cozza leggermente con la frase. Io sono quasi un autodidatta e siccome produco e dirigo le cose che scrivo mi do carta bianca anche su alcuni canoni che esistono nel realizzare i copioni e gli script. La mia cultura cinematografica è stata principalmente vedere molti film. Aiuta molto, è come lo scrivere di narrativa, più leggi e più sei pronto a narrare su carta. Ho fatto un piccolo corso di tre settimane in seconda media all’interno delle lezioni d’italiano. Ci insegnavano i nomi delle diverse inquadrature e dei campi visivi, la storia del cinema ecc, poi spulciavo i libri universitari di mio zio per un’infarinatura sulle sceneggiature e sulla tecnica, il montaggio digitale l’ho migliorato aiutando un mio ex coinquilino che girava corti con gli amici, ma a parte questo ho fatto tutto da solo. Concludendo, siccome non sono un essere superiore, credo che chiunque abbia una “faccia da culo” insieme ad una formazione autodidatta e “volante” come la mia può benissimo mettersi in gioco in questo campo.

8) Quanto è difficile realizzare un corto? Ci vogliono attrezzature particolari, costose? Hai mai avuto dei guadagni?

Probabilmente questa è la parte più divertente dell’intervista. Il nostro budget è stato basso. Più di circa 500/600 euro non abbiamo speso. Ci ingegniamo quando è necessario farlo. È laborioso, ma senza mezzi va fatto per forza. Ad esempio abbiamo allestito il mio soggiorno come una sala mortuaria, grazie anche ad amici molto entusiasti di aiutarci e di recitare in questa e in altre scene. Luci e fotografia non sono, per noi, dispendiose. Abbiamo un amico che fa i service e che ogni tanto ci presta un bel faro per fare luce, il resto lo raccattiamo con nostre abat jour o magari se servono elementi scenici precisi chiediamo ai nostri stessi collaboratori di prestarceli…insomma, si fa tutto in comunità e in amicizia. Se, com’è successo con “Benvenuti a Fuocofatuo” abbiamo avuto bisogno di truccatori, operatori e attori per sei ore di fila, il trio Pasanisi/Trevisani/Demicheli ha ben pensato di offrire loro una sorta di open bar gratuito durante la lavorazione della scena. Se fa caldo e si gira nel bosco, borse frigo con bevande fresche gratis….

9) Nei concorsi a cui hai partecipato avrai conosciuto diversi aspiranti registi, quali sono le caratteristiche che vi accomunano e le differenze?

Io e gli altri ragazzi e ragazze non abbiamo ancora partecipato a concorsi. Ogni tanto proiettiamo il film, ma niente concorsi. Ho avuto modo, però, di vederne qualcuno e i film che c’erano. Molti prodotti ottimi, molti anche in linea con i miei gusti, ma, francamente, anche molti altri che non riescono ad abbandonare il tedio intellettuale e quasi anti-cinema dell’epoca sessantottina. Io non sono di destra, ma vorrei che un film facesse pensare e sia al tempo stesso scorrevole, godibile e con una storia, anche surreale, ma una storia.

10) Un bravo attore (o attrice) che cosa deve avere di speciale? Che cosa deve essere capace di fare precisamente?

Come già detto prima, qui all’Easy Phoney Production è tutto molto “user friendly”. Inizialmente scegliamo i primi attori a seconda dell’aspetto e del carattere di alcuni amici. I ruoli secondari un po’ proponiamo noi e un po’ si propongono i ragazzi. Ogni tanto per le scene scrivo degli annunci su facebook per trovare personaggi che servono ad alcune scene e chi risponde gira con noi. Con gli attori non sono uno di quei registi severi, ho sbroccato solo un paio di volte in tre mesi di lavorazione di “Benvenuti a Fuocofatuo”. Edo e Giorgio anche sono amiconi con gli attori, ma più perfezionisti, del trio l’anima più sciattona sono io.

11) Progetti futuri e obbiettivi di lungo periodo

Stiamo scrivendo, e in contemporanea autofinanziando, un terzo progetto. Ci stiamo ispirando al film Body Bags di John Carpenter, in cui un cadavere da autopsia racconta tre cortometraggi horror. La struttura, con le dovute differenze, è un esplicito omaggio al film di Carpenter; cambiano ovviamente i tre episodi, che vertono più sul noir-pulp-grottesco che sull’horror e la fantascienza. Non anticipo, dico solo che lo zombi narrante sarà Wolf Lombardi, frontman del gruppo stoner leccese DSW e che ha già prestato il suo volto e la sua metallaggine in “Benvenuti a Fuocofatuo”. Questo nuovo progetto, ancora senza titolo ha una differenza rispetto agli altri lavori: ognuno di noi scriverà autonomamente uno degli episodi (più una sorpresa che metteremo in un finto intervallo) su qualsiasi vicenda pulp-noir che vogliamo.

12) Cosa ne pensi della produzione indipendente di film/corti?

Rimando a qualcuna fra le domande precedenti. Sono molto contento che tanti giovani vogliano cimentarsi nell’arte filmica anche con pochi mezzi. L’unica cosa, ma credo che sia più una mia opinione, è che si dovrebbero accantonare un po’ l’intimismo eccessivo, lo stile ermetico-intellettuale e la troppa serietà, cose che ho riscontrato in alcune opere di esordienti indipendenti, corti e Non.

13) Distribuzione gratuita tramite la rete via youtube-facebook, quanto serve, quanto ti ha aiutato?

I social network e YouTube ci hanno aiutato molto per quanto riguarda la diffusione delle nostre opere e gli eventi allegati ad essi. Fanpages, canali video, profili, gruppi ecc.. Sono ottimi strumenti di lavoro e comunicazione. Non abbiamo postato film interi online, preferiamo mostrarli nei cineforum. Bisogna dare un senso al cinema anche se fatto con pochi euro.

14) Consiglia un film/regista

Senz’altro sono da vedere alcuni maestri italiani come Mario Bava, Lucio Fulci, Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi ecc.. Per quanto riguarda il cinema straniero consiglierei Murnau, Hitchcock, Orson Welles, Tim Burton, John Carpenter, John Landis e i fratelli Coen. Questi alcuni nomi, ma ce ne sarebbero molti di più da scrivere.

15) Consiglia una canzone/album

Molto cinematografico è il genere dark secondo me. Quindi Joy Division e Bauhaus. “Bela Lugosi is Dead” ad esempio è un pezzacchione ed è anche molto cinematografico, visto che cita un attore che ha impersonato il primo Dracula.

16) Consigli per chi volesse intraprendere il tuo stesso cammino.

Rimando direttamente alla risposta numero sette. Se c’è l’entusiasmo state già al 15% di ciò che volete fare. Poi dopo, ma qui si parla sempre di autoproduzioni eh, è tutto un laborioso divertimento/lavoro.

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