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"Veronica" un corto di Andrea Cavalera

Un corto horror in corsa ai David

Prendi il Largo ha il piacere di recensire in anteprima un cortometraggio horror candidato ai David di Donatello, il regista, Andrea Cavalera, di Gallipoli, ci ha fatto pervenire in redazione questo piccolo gioiellino, queste, le nostre impressioni a caldo.

Comincia un po' alla Suspiria, con le ballerine, le gelatine blu predominano e fanno gioco con il rosso, alle volte rappresentato dalla combustione di una sigaretta. I dialoghi e molte inquadrature ricordano lo sviluppo classico del genere horror, forse più di scuola hollywoodiana piuttosto che nostrana. I genitori dal dottore che si tengono la mano, i discorsi da bar, i dialoghi stereotipati non si capisce se sono Kitch o Camp (ovvero volutamente Kitch, tipoTwin Peaks, per intenderci).

Al quarto minuto c'è la prima svolta, intima e splatterona, ricorda molto il cinema horror coreano.

Noto con piacere che l'auto più usata è una Audi, apprezzo sempre chi inserisce dei feticci in un corto, specie se si tratta di una Audi. Gli oggetti della vittima che ritornano al carnefice torturandolo come una coscienza sono un grande classico, forse il fatto che fossero sanguinanti non tanto, pochi dialoghi e la giusta dose di parolacce liberatorie (sono un uomo semplice, sento una parolaccia, rido). 

Tutto questo blu e queste griglie di ombre, sembra la fotografia del Ponte delle Spie di Spielberg, ma il regista in questo caso non è Spielberg nè dispone di grandi budget, quindi si gioca tutto sul finalone che allo stesso tempo fa ridere, ma risulta inequivocabilmente d'effetto specialmente per il pubblico maschile.

Insomma dopo Carrie - lo sguardo di Satana, questa è Veronica - il dente del Giudizio!

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