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L'esordio degli Administration Shock Him

Al diavolo i titoli. 39:03

Di Simone Colaci

L'album d'esordio presenta il gruppo in maniera esaustiva: il “sound” è fresco, molto chiaro e limpido, frutto di un'attenta ricerca sonora e strutturale che conferisce molta personalità alla band (lo stesso nome “Administration Shock Him” tende a sottolineare questo aspetto). L'importanza della traccia strumentale viene messa in risalto dal nome dell'album (39:03) e delle tracce (I, II, III, IV, V, VI, VII), che invitano chi ascolta a concentrarsi esclusivamente sulla musica e non sui testi o sui titoli, non necessari, considerati una “distrazione” non indispensabile, richiamando quella concezione d’album ormai persa da troppi gruppi post-rock ricaduti nella monotonia del genere.

La seconda traccia dell'album intitolata “II”, è quella in cui meglio si sente la forte influenza dei Don Caballero, esplode in un incontro tra chitarre ben strutturate seguite da una serie di strumenti che completano il tutto. La traccia "III" sembra richiamare "Punk Rock" dei Mogwai, differendo per quel tocco spinto, pause ed effetti caratteristici del gruppo, la voce soffusa e discorsiva (al contrario della traccia "V" dove non vi è una vera e propria voce ma sembra essere rappresentata dal "botta e risposta" tra le due chitarre) è quasi coperta da un effetto invadente e dall'evolversi di quello che inizialmente sembra rappresentare un accompagnamento chitarristico.

Rincontrando un “sound” tipico degli anni novanta, riescono a conservare per tutto l'album un atteggiamento di prepotente novità, costruito non solo dai suoni scalzanti.

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