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Taste Revenge

Recensione di Drowning Force

Di Ilaria Cottu

I Taste Revenge, band metal torinese, a cinque anni dal loro primo EP Mother Fucking Earth, si presentano con un album intero intitolato Drowning Force.

Il grido di Godslayer, prima traccia del disco, e i successivi riff di chiara derivazione thrash, accompagnano il rabbioso invito: “Say goodbye to your old life in black and white”. In Try, grazie all’intro acustico di Spinelli e al buon assolo di Fumarola, i due chitarristi del gruppo, i Taste Revenge ci fanno capire che sono in grado di accostare suoni violenti ad altri più melodici che ben si adeguano alla tematica del pezzo. Nell’incalzante e panteriana Down Of Reckoning si alternano con disinvoltura episodi scream e growl.

John Prisco (voce) riesce ad essere coinvolgente pur non esibendosi in virtuosismi nei momenti più alti delle rispettive tracce, ma si rivela comunque all’altezza per il genere proposto riuscendo a trasmettere le peculiari atmosfere dei primi gruppi metal degli anni ’80. In generale ci troviamo di fronte ad un’autoproduzione con un'ottima resa sonora caratterizzata da buoni riff e assoli, che potrebbero forse essere più audaci. Carlo Bellavia, alla batteria, e Luca Scicchitano, al basso, riescono a donare un’apprezzabile uniformità ed energia all’insieme.

Come ha affermato Rob Halford “Il metal è unico per via della sua potenza, del suo volume. E' un'aggressione. E' una cosa spettacolare da ascoltare o da vedere dal vivo.”, ed i Taste Revenge con Drowning Force hanno dimostrato di credere in questo spirito, con un po’ più di originalità e accortezza potranno certamente continuare a battere con successo la scena metal italiana.

 

 

In calce il video della quinta traccia dell’album, Scab.

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