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MOBY DICK : Cap.LXI - LXVII

Quarta parte della lettura guidata e illustrata

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MOBY DICK

(cap. LXI - LXVII)


Nessuna misericordia, nessuna legge tranne la sua propria lo controllano. Ansando e sbuffando come un cavallo da guerra impazzito che ha perduto il suo cavaliere, l'oceano senza padrone straripa per il globo.


LXI • STUBB AMMAZZA UNA BALENA

Il suo corpo tormentato non si voltolava più nell'acqua ma nel sangue E nel frattempo getti su getti di fumo bianco erano lanciati nell'agonia dallo sfiatatoio della balena, Alla fine, fiotti su fiotti di sangue rosso e grumoso, come feccia purpurea di vino rosso, schizzarono nell'aria atterrita, e ricadendo sgocciolarono in mare lungo i suoi fianchi immobili. Il cuore le era scoppiato.

LXIV • STUBB A CENA


Ben presto si precisò un piccolo curioso motivo che contribuiva a provocare tutta quella vivacità di Stubb. A Stubb piaceva trattarsi bene; gli piaceva un po' troppo la balena, cibo gustosissimo per il suo palato.
«Una bistecca, una bistecca prima di andare a letto
Verso mezzanotte la bistecca fu tagliata e cotta; e alla luce di due lanterne d'olio di spermaceti Stubb attaccò vigorosamente la sua cena di capodoglio .


migliaia e migliaia di pescicani si affollavano attorno al leviatano morto, e con grandi schiocchi di labbra facevano festa sul suo grasso


Si sa, in mezzo a tutto l'orrore fumante e alle diavolerie di una battaglia navale, si vedono i pescicani tenere d'occhio avidamente i ponti delle navi, come cani affamati attorno a un tavolo dove si trincia carne rossa, pronti a ingollare ogni morto ammazzato che gli si butti. E mentre gli intrepidi macellai sul tavolato si vanno tagliando cannibalescamente a vicenda la carne viva con trincianti tutti dorati e infiocchettati, anche loro, i pescicani, con le loro bocche incastonate di gioielli, si vanno azzuffando sotto il tavolo a scalcare carne morta. In fondo, a rovesciare tutta la faccenda, su per giù è sempre la stessa storia, cioè una cosa da squali

LXVI • IL MASSACRO DEI PESCICANI



perché i due marinai sospesero subito alla banda le impalcature per squartare, abbassarono tre lanterne in modo che gettassero fasci di luce sul mare torbido e poi, vibrando le lunghe lance da balena, cominciarono una strage incessante di squali, cacciando fino in fondo l'acciaio affilato nei loro crani, che pare siano l'unica loro parte vitale
Ucciso e issato a bordo per levargli la pelle, uno di questi pescicani per poco non portò via una mano al povero Queequeg,

LXVII • SQUARTAMENTO

E così il lavoro procede: i due paranchi che issano e ammainano contemporaneamente, la balena e l'argano che fanno sbalzi, quelli dell'argano che cantano, i signori della camera del grasso che arrotolano, gli ufficiali che sbucciano, la nave che scricchiola, e tutti che di tanto in tanto bestemmiano in modo da ridurre l'attrito generale.

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