Gentlemen's Agreement
Le impressioni sul live e l'intervista a Raffaele
Di Chiara Santantonio
Contro le minacciose condizioni meteo ed i serbatoi in via di prosciugamento vale la pena lottare, se nelle vicinanze c’è un live dei Gentlemen’s Agreement.
Napoli, non precisato periodo dell’anno 2006: Raffaele Giglio, Fabio Renzullo, Ivan Cannuta e Luca Bravaccino, in seguito ad alcune loro registrazioni domestiche, stringono un accordo tra gentiluomini in virtù del quale espongono e divulgano quanto prodotto. Il risultato, oltre che convincere la band, conquista amici, forestieri e critica, alimentando un entusiasmo che porterà alla composizione di altro materiale ed all’organizzazione di seri tour, quindi alle prime autoproduzioni (“Cow”, 2007).
La risposta positiva riscontrata inizialmente si moltiplica al punto che credo sia bene abbandonare la forma biografica qui, per lasciare lo spazio che serve all’incontenibile e folle infatuazione che si può provare nei riguardi dello speedcountry-folk d'orchestra-manouche e all’evenienza blues che hanno registrato in Let me be a child (Materia Principale, 2008) insieme alla “Little Farm Orchestra”: qualcosa che non ci si aspetterebbe mai di trovare nella cosiddetta scena emergente, che lascia strabiliati e che muove ogni parte del corpo a suon di corde acustiche, contrabbasso, rullante a risonanza corta, campanelli, riqualifica l’umore con fisarmoniche, spazzole, fischetii, coretti, armoniche, fiati, gatti, urla e quant’altro possa udirsi in una fattoria.
Il tutto con una sorta di sottesa eleganza che non lascia le vibrazioni al caso e riconosce la giusta attenzione ad ogni suono.
Dopo grandi concerti, date in Francia ed esibizioni inter nos, un cambio di formazione introduce ed aggiunge Antonio Gomez (contrabbasso) ed Andrea De Fazio (batteria)ai restanti e sopracitati Raffaele (voce, chitarra, kazoo, ukulele, espressioni facciali alla Jim Carrey e molto altro) e Fabio (tromba, toy-piano).
I loro live sono travolgenti: anche solo in quattro sul palco, con della strumentazione acustica, riempiono ogni vacuità che lo scorrere quotidiano possa aver maturato, fino a far tracimare le membra d’euforia ed a paralizzare il volto in un sentito sorriso.
Ciò che viene dopo è fortemente ispirato dalla letteratura e dalla musica nord brasiliana, caraibica (nello specifico “Verità Tropicale” di Caetano Veloso) e consegue il nome di Carcarà (Materia Principale, 2011): un racconto delle pene d’amore di un ragazzo, del mare di lacrime che piange e dei pesci che ci trova dentro, i quali lo aiutano a contrarre nuovamente la felicità di vivere. Gli spunti trovano coerenza nella strumentazione che si arricchisce di tres cubano, svariate percussioni, caixa, agogo, gnora (e di un nuovo componente, il “gibbone”), restituisce fedeli atmosfere tropicali ma non smentice il jazz, il folk e la follia (per citare solo alcuni aspetti) che fin qui i Nostri avevano sviluppato.
Il loro nuovo lavoro, (ancora in produzione e per il quale fermentano riprese video-clip, date ed aspettative) è stato registrato al SudEstudio di Guagnano (Le) e festeggiato ivi stesso, insieme alla primavera, con una performance avvenuta lo scorso 3 Aprile: trattasi di un live domestico (visto che il SudEstudio è al contempo dimora del sound engineer Stefano Manca), intimo eppur partecipato e divertito del quale riportiamo le migliori impressioni.
Quando l’idea di vedere dopo anni i Gentlemen’s Agreement si concretizza, il parabrezza della Yaris sta incorniciando le campagne che accolgono il buio e gli ulivi tra Salice e San Donaci.
Una volta sicuri di trovarci al SudEstudio e constatata la presenza di un materassino elastico davanti all’ingresso (che abbiamo subito testato), accertiamo l’inizio della serata, proseguito sostanzialmente a chiacchierare, bevicchiare, sperare che quelli che avevamo tra i capelli e sulle spalle dei giubbini non fossero annunci di pioggia ed allietarsi del ballo scatenato della maggior parte dei presenti, questione che penso di poter attribuire alle “playgirls from carcas” e alle loro selezioni guarnite di video e female power.
La situazione, persistita anche molto tempo dopo che lo studio s’era popolato, è stata inaspettatamente interrotta da un trenino di percussioni introdottosi dalla porta d’ingresso ed incastratosi nell’angolo dov’era montata la strumentazione: comincia il live dei Gentlemen’s Agreement. Il tempo di adeguare le ginocchia al ritmo ed ogni consapevolezza è perduta: l’alcool, le mani e le voci arrivano al soffitto, la Gretch è in braccio a Raffaele, Gomez è riuscito a ritagliare lo spazio per il contrabbasso ed una fila di Peroni è presto disposta sul davanzale della finestra.
C’è poco di convenzionale da dire, sarebbe necessario ottimizzare i parametri di inconsapevolezza, ma a me è capitata la Peroni scongelata, quindi non mi resta che registrare: c’è un pesce di cartapesta in testa… no, a terra. Ci sono decine di strumenti uno sopra l’altro e una scura chioma riccia li governa d’accordo col rullante, presentissimo e coinvolgente, entrano le corde e poi, le parole (indispensabili, insieme ad occhiate ed esortazioni, per far decollare il repertorio). Quando diventano voce, le parole stanno già raccontando di Carcarà, ma poi dicono di tutto, anche di lasciarci essere bambini, incitano all’orgasmo, citano i Beatles, dichiarano bellezza e meraviglia, urlano felicità, palesano il napoletano. I tempi sono tutti loro, non ne esistono altri, o non se ne ha percezione: batteria e contrabbasso tengono i legamenti elastici, il live è parte integrante della massa di persone che lo ballano.
Poco dopo, abbiamo scambiato due parole con Raffaele, e non volendo banalizzare tanta libertà, tanto divertimento abbiamo chiesto delle anticipazioni sul nuovo album tramite l’acostamento di questo a due immagini, con particolare (richiesta) attenzione alla loro luce:
“Due immagini. Sicuramente l'amore come minimo comune multiplo di queste due immagini che sono
- una un gran sorriso senza un dente incisivo;
- e l'altra una persona che stava scivolando e poi si è salvata appendendosi ad un amico.
La Luce. Il sorriso è un arma che taglia, difende e che porta coraggio.
La quasi scivolata è un segno, un simbolo che utilizzo per far capire che non caschiamo mai, ci capita i scivolare ma poi stringendoci tra di noi, intendo nella banda in cui suono, superiamo le avversità.”
Pensavamo fosse un suggerimento anche capire se ci fossero dei piatti, dei cibi, degli atteggiamenti enogastronomici o delle cattive abitudini alimentari a rappresentare il concepimento di questo nuovo lavoro e la conseguente sessione di registrazioni. Abbiamo anche chiesto di esplicitare relativi meriti e colpe:
“Pessime abitudini. Beviamo troppo caffè negli autogrill durante i tour, ma durante le registrazioni o nelle prove per comporre le canzoni solo buon vino e buon cibo. Durante le registrazioni di questo disco la grande Laurona ci ha cucinato solo gustose leccornie. La colpa è di Laurona.”
Poi è stato naturale porsi un dubbio del quale ci faceva piacere parlare: come mai la scelta di registrare al SudEstudio? Come sono andate le sessioni?
“Al Sud Est Studio abbiamo suonato lo scorso Giugno assieme ai Fitness Forever, dei grandi amici, e poi in quella stessa serata ho conosciuto lo zucchero dove mettere il mio cuore. Lo studio è fenomenale, Stefano Manca ha accettato tutte le nostre richieste, e siamo scesi in totale armonia, registrato con tanto divertimento e il risultato è stato soddisfacente.”
Era inevitabile constatare in ogni situazione, anche rispetto al cambio di genere tra un disco e l'altro, la persistenza di una grandissima e contagiosa gioia dietro al nome Gentlemen's Agreement: ma come gli riesce suonare sempre così? Tutta la critica musicale credeva di aver finito i superlativi già entro il secondo disco ufficiale ed ora è evidentemente contenta di coniarne di nuovi per il terzo: a che tema dovranno riferirsi?
“L'allegria è perchè siamo consapevoli che la musica ti fa stare bene, il prossimo disco non so come verrà preso dalla critica e poco m'importa...io scrivo per esigenza, non seguo mode o filoni artistici/musicali che si posrtano...lo faccio, le scrivo, le porto ai ragazzi della banda e loro ci mettono un pezzetto del prorprio cuore. Suoniamo bene? Mai abbastanza!”
Pare che i Gentlemen’s Agreement abbiano dei minimi precedenti riguardo ai suoni catturati dal reale, ma soprattutto Raffaele si è avvicinato di recente alle registrazioni ambientali, strumento che ci sta ispirando particolarmente e che è protagonista di tante piccole sperimentazioni e di qualche eccellenza già riconosciuta, qui nel tacco. Abbiamo chiesto il suo personale riscontro:
“La natura è un organo pulsante che in questa dannata società non caghiamo più, andiamo su fermiamoci e puntiamo le orecchie verso il nostro corpo come strumento che vibra grazie al sole che abbiamo in testa e la terra sotto i piedi...siamo dei pick up (come quelli della chitarra) che riproducono un suono...la natura, fare un passo indietro rispetto alla fretta di andare avanti, camminare, pensare(il meno possibile) lentamente...è un segreto che voi in Puglia conoscete bene.”
E’ il mare che accomuna il Brasile, Napoli ed il Leccese?
“Il mare, la generosità, la saudade..sono queste le cose che mi vengono in mente...e poi noi e la Puglia secoli fa eravamo una sola cosa.”